Header image  
Via Cogolà 53 - 31034 Cavaso del Tomba(TV)
 
  
 
 
 
 

 
 
San Martino di Castelcies

 

Nella sua caratteristica e asimmetrica struttura, l'oratorio di San Martino di Castelciés ci esprime tutto il misterioso fascino di molte cose non ancora scoperte.

Basti qui ricordare la lapide bilingue retico-latina del II secolo avanti Cristo, per immaginare i rapporti di frontiera tra i Reti, i Veneti ed i Latini; oppure la stele funeraria di Calpurnio Saturnino del I secolo dopo Cristo, per studiare l'influenza dell'impero Romano nel nostro territorio.

In un documento scritto l'11 novembre 1778, l'allora Parroco di Cavaso, Don Antonio Baldini, ci dà alcune preziose notizie storiche sull'antichità e l'importan­za del sacro edificio, sorto nelle immediate vicinanze del Castello di Ciés, oggetto di aspre contese già nel 1153 e distrutto nel 1283 dai Da Camino, divenuti Signori di Treviso e del territorio trevigiano.

«...era Chiesa ancor nell'anno mille(cinque)centosessantotto. Lo dimostra un'scrizione al giorno d'oggi (1778) ostensibile dipinta a fresco ne' suoi muri interni sotto un'immagine di Maria Vergine Annunziata in numeri di questa figura 1168». Più probabilmente, la lettura corretta dovrebbe essere 1568, come risulta da almeno altre due iscrizioni.

Oggi, di questo dipinto, collocato sul frontone dell'abside, è rimasta poca traccia, dovuta all'alterazione dei colori.  
 
«... eretta sopra di un colle fatta senza molta arte, avendo i muri grossi più di due piedi la Porta per cui si entra ad arco, e angusta, il pavimento tre piedi più profondo del terreno esteriore, il tetto mediocremente fato testifica il genio de' tempi assai remoti nell'erigere le sacre basiliche, come in allora anco le piccole chiamavansi Chiese».    

«.. Ha la sua Campana posta sopra il piccolo pedestale di Pietra sopra la facciata della Chiesa».

Nel 1231 è proprietà dell'Abbazia di Nervesa.

Nel 1297 viene citata come capella Sancti Martini de Castelcies.

Nel 1330, assieme alla capella Sancti Theonisti de Possaneo ed alla capella Sancti Adalperti de Castellis, la capella Sancti Martini de Colcesio è soggetta alla Plebs Sanctae Mariae de Cavasio, alla quale il presbitero Bortholomeus paga 15 lire di tassa.

Nel 1626, il Parroco di Cavaso Don Domenico Simoni riceve il beneficio della Chiesa di San Martino di Castelciés.

Ancora l'11 novembre 1778, Don Antonio Baldini scriveva: «..Finalmente oggi celebrata la Santa Messa nella cappella di San Martin di Castelciés ho veduti i muri di quel Cimitero di circa cinquanta tavole, atterrati, ma esistenti ne' suoi fondamenti; e mi fu detto da Uomini assennati, che già sessanta anni (fa) si voleva scavare quel terreno, ma trovandovi degli ossi d'uomini defonti, convenne desistere, ne' mai più dopo si tentò alcuna escavazione».

Nel 1782 si ha notizia che «ha un solo Altare, con l'abbassamento di Pietra, con palla in legno di detto Santo (Martino), di San Francesco di Paola, e di Sant'Antonio di Padova, con la sua croce, e crocefisso, e làmpeda, con sei Candelieri tutti d'ottone, ha la sua sacra pietra in ordine. Dice esser consacrato».

Il beneficio, nel frattempo, «viene goduto da un Abbate Giupponi Bergamasco, e non viene soddisfatto sull'obblighi».

In seguito, dopo la Rivoluzione Francese, con le riforme operate da Napoleone Bonaparte, l'oratorio di San Martino ha perso buona parte della sua importanza ed è merito degli attivi colmellanti di Castelciés se ancor oggi la Chiesetta è un motivo vanto non solo per loro, ma per tutta la Comunità di Cavaso.


 
Altre informazioni
 
 
      torna su